Un percorso sensoriale attraverso la poesia “Sentire” di Alda Merini, tra neuroscienze e spiritualità del prendersi cura.

Lug 19, 2024 | neuroscienze e gestalt, pastoral, PNEI, Prendersi cura in forma di poesia, psico-oncologia, socio-educativo

Sentire di Alda Merini
Alda Merini in questa stupenda ode ai sentimenti ci dona un vero e proprio “percorso sensoriale” facendoci immergere nel significato profondo e multiforme del verbo “sentire”. Tutti i recettori sensoriali sono coinvolti in questo sentire, unitamente alla percezione della realtà sensibile e al rimando cognitivo del significato dato alla propria esperienza emotiva relazionale. Non solo l’udito, ma anche il tatto, l’olfatto, la vista, il gusto, la sensibilità cenestesica, la nocicezione, in sintesi la corporeità tutta, si intreccia nella poesia con l’intercorporeità, determinando nel loro insieme il sentire percettivo globale e unitario della persona. Un percorso sensoriale direzionato soprattutto dalla “donazione di senso”, dal ruolo della ‘virgola e della punteggiatura’, ovvero dal valore che io conferisco a ciò che accade a me, qui e ora, nella mia vita.
Canta la poetessa dei Navigli:
Le virgole sono importanti,
tutta la punteggiatura lo è.
Come il destino
quando capiti nel posto sbagliato,
nel momento meno opportuno
e tutto cambia.
Purtroppo, spesso, questa poesia si trova nei testi e su internet privata di questa strofa iniziale e viene presentata direttamente a partire dal significato del verbo sentire, eliminando così il senso proprio dell’esperienza umana relazionale del sentire:
Poi c’è un verbo “sentire”
dai mille significati…
Mi piace il verbo sentire,
sentire il rumore del mare,
sentirne l’odore,
sentire il suono della pioggia
che ti bagna le labbra,
sentire una penna
che traccia sentimenti su un foglio bianco.
Sentire l’odore di chi ami,
sentirne la voce
e sentirlo col cuore.
Sentire è il verbo delle emozioni,
ci si sdraia sulla schiena del mondo
e si sente.
Sono poche rime, ma così intense da racchiudere al loro interno un trattato di neuroscienze: il sentire illumina la mente e colora la realtà dei sentimenti e ne condiziona il senso. Tutti i neuroscienziati sono concordi ormai nell’attribuire al corpo senziente il primato rispetto all’attività mentale, al punto che il neuroscienziato Antonio Damasio, nel suo ultimo libro “Sentire e conoscere” (Adelphi, 2021), pone come titolo al primo capitolo: “In principio non è il verbo” per sottolineare l’attività senziente all’origine dello sviluppo mentale.
Per molto tempo nel dibattito scientifico-filosofico si è mantenuta una demarcazione fra pensiero razionale e reazioni emotive. In realtà emozione e aspetti cognitivi sono processi strettamente interconnessi. Le emozioni hanno una propria logica, caratterizzata però da un forte bias tra la percezione sensoriale immediata e la sensorialità percepita, stratificatasi nel tempo vissuto, che il nostro cervello ha imparato a categorizzare come evolutivamente più vantaggiosa.
Siamo esseri senzienti, ovvero dotati di strutture biologiche, cellulari, istologiche, anatomiche interconnesse in un circuito neurale in grado di far si che, in condizioni fisiologiche, alla percezione di uno stimolo esterno o interno, corrisponda una risposta. La sequenza è schematizzando: stimolo→recettore→via sensitiva→sensazione→percezione. Ma nel percorso dallo stimolo sensoriale alla elaborazione mentale siamo protagonisti nella decodificazione finale, per rendere intellegibile il contesto: ciascuno di noi è coinvolto attivamente nella percezione, nel senso che crea la propria sensazione. La percezione, il nostro stare al mondo, è esperienza creativa basata su due meccanismi fisiologici strettamente interconnessi: Bottom-Up (senso verso intelletto) e Top-Down (intelletto verso senso).
“Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu” dirà Look, che si basa sull’esperienza sensoriale, ma aggiungerà Leibniz “nisi ipse intellectus”, opponendosi all’empirismo con il razionalismo, ovvero con la sua visione della realtà che si basa sull’intellegibile razionale.
Le neuroscienze dimostrano che empirismo e razionalismo diventano complementari e si risolvono a vicenda nella prospettiva filogenetica evolutiva. In particolare, la rivoluzione copernicana in questo settore neuroscientifico appartiene a Karl J. Friston, che nel 2010 ha applicato il modello matematico di Bayes al nostro cervello, utilizzando le leggi statistiche predittive del teorema della probabilità delle cause evidenziando come il nostro cervello funziona per predizione: controlla l’input e lo corregge in funzione di ciò che si aspetta, filtra l’utile e i due meccanismi senso-intelletto sono interconnessi in un sistema di competition-collaboration per raggiungere in ultima istanza l’informazione più probabilmente utile alla sopravvivenza e perpetuazione della specie.
Questa funzione predittiva, basilare per l’esistenza umana, è inerente al fenomeno dell’Allostasi correlato al principio evolutivo relazionale gestaltico dell’adattamento creativo, così come dalla sottoscritta recentemente sviluppato e teorizzato (vedi P. Argentino “La spiritualità è cura: la forza dell’amore nel dolore”, Mondadori Università, Milano, 2023, pp.131-133).
Nella mia esperienza clinica della spiritualità del prendersi cura i versi poetici della poesia “Sentire” di Alda Merini acquistano significato affettivo con una potenza immaginativa trasformativa: il potere delle sensazioni nell’elaborazione del dolore! (In altri termini “la forza dell’amore nel dolore”, riprendendo il sottotitolo del libro su citato). Alcuni esempi clinici:
“Sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco”: ricordo durante un incontro formativo con adolescenti una ragazza assorta a scrivere su un foglio, inizialmente pensai prendesse appunti, ma poi ho percepito che stava vivendo qualcosa di profondamente intimo… era un tutt’uno: la sua mente e il suo cuore e i suoi occhi e il movimento della mano con la penna e il foglio! Ella scriveva sentimenti che prendevano corpo in un nome, ripetuto nella scrittura più volte, e abbellito con cuoricini e fiori, farfalline e soli e lune e ghirigori…
“Sentire l’odore di chi ami”: ricordo la richiesta commovente di un bambino di sette anni che dopo la morte del nonno, tanto amato, chiese: “Per favore nonna mi dai un maglione del nonnino, voglio sentire il suo odore”. E poi ha abbracciato felice quel maglione, come fosse la coperta di Linus.
“Sentirne la voce e sentirlo col cuore”: nel triste percorso dell’elaborazione del lutto è frequente la sorpresa di sentire la voce di chi non c’è più che ci chiama, o racconta avvenimenti, o si intrufola nella nostra mente con vezzeggiativi intimi e parole affettuose, perché ha ragione Antoine de Saint Euxperiy nel Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi” e occorre, come indica Alda Merini:”sdraiarsi sulla schiena del mondo e sentire”.
Paola Argentino©copyright
Medico, Psichiatra, Psicoterapeuta
Direttore Master Università Cattolica Sacro Cuore e
Scuola di Formazione in Counselling Socio-Educativo

SI RINGRAZIA L’ATTRICE E COUNSELLOR CLAUDIA KOLL CHE HA INTERPRETATO LA POESIA “SENTIRE” DI ALDA MERINI ALLA NOSTRA SUMMER SCHOOL NELLA GIORNATA DEL 1-6-2024 PRESSO L’ORDINE DEI MEDICI DI SIRACUSA. Questo il link della videoregistrazione in diretta: https://youtu.be/NmlFMRAzK6A