Qual è l’interconnessione tra mente e mito?
Il mito assume oggi particolare rilievo nello studio delle scienze psicosociali e viene considerato un’importante forma primaria di conoscenza, in contrapposizione al cosiddetto progresso scientifico, che ha relegato in un ruolo di secondaria importanza le antiche narrazioni mitiche, viste come negative alterazione della realtà, ma che in effetti sono espressioni basilari dell’intelligere dell’uomo nei riguardi della realtà esterna e fonti di una donazione di senso al di là del ragionamento logico-concettuale.
Perché la mitopoeia è essenziale alla salute mentale?
La mitopoiesi si muove nel territorio degli affetti, si nutre di emozioni e sentimenti. La peculiare struttura del mito consiste essenzialmente nell’immersione del pensiero nel “sentire” emozionale, inteso da Matte Blanco come radice originaria generatrice di ogni esperienza del “tutto”. E il tutto è più della somma di ogni singola parte – come la gestalt therapy insegna – pertanto, il valore del mito viene adesso rivalutato, in quanto fornisce una ricchezza di significati essenziali sull’esistenza: la vita, la sofferenza, la morte… tutti elementi su cui si basa la cultura dei popoli. Immediata e chiara, a tal proposito, la seguente metafora ideata da Rollo May per descrivere i miti come strutture che danno significato alla nostra esistenza: “I miti sono come le travi di una casa: non si vedono dall’esterno, ma costituiscono la struttura che la tiene in piedi e la rende abitabile”.
Analizzando il costrutto mitologico nell’ottica delle moderne teorie scientifiche del caos deterministico, della complessità e della teoria frattale, questo anno offrirò nella Summer School una lettura originale gestaltica del mito, da me inteso come “dimensione frattale della paticità”. Questa dimensione frattale del mito, vissuta nella partecipazione alle tragedie greche, diventa esperienza catartica, dove la forza distruttiva o generativa dei sentimenti dei personaggi tragici, amplificati dal coro, si espande agli spettatori.
Questo sarà il tema del mio intervento di oggi, 26 marzo 2022, al prestigioso Convegno Nazionale sul Mistero della Coscienza, a cui avrò il piacere di partecipare insieme ad illustri relatori, come Guidalberto Bormolini, Ernesto Burgio, Franco Cracolici, Roberto F. Ghisu, Daniela Lucangeli, Marco Pettini, Gianfranco Tajana, Antimo Zazzaroni ed Enrico Zazzaroni.
Questo sarà anche uno dei temi della Summer School 2022, organizzata dal nostro istituto in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e dedicata alla spiritualità nel prendersi cura, con un focus sui legami d’amore tra mitologia e psicoterapia. In particolare, durante il terzo giorno ci soffermeremo sulla famosa esclamazione “Pathei Mathos” dell’Agamennone, opera che nelle ultime settimane è stata al centro delle riflessioni sulla tragedia greca proprio in preparazione alla Summer School, collocandola nelle nuove prospettive delle neuroscienze e della PNEI, applicate alla psicologia sanitaria. In quell’occasione prenderò in considerazione quale frammento frattale emotivamente e cognitivamente coinvolgente proprio la famosa esclamazione contenuta nell’opera classica.
Paola Argentino