Ifigenia dal punto di vista psicoterapeutico, a cura di Paola Argentino

Feb 28, 2022 | Tragedie Greche

Numerosi sono gli spunti di riflessione per una psichiatra-psicoterapeuta suscitati dalla figura mitologica di Ifigenia, che si staglia dallo sfondo delle due tragedie di Euripide: Ifigenia in Aulide ed Ifigenia in Tauride. Prima fra tutte emerge la riflessione psichiatrica sulla follia della guerra, in tragica sintonia con i vissuti bellici attuali, che comporta il sacrificio umano dei propri figli. Ifigenia in Aulide incarna la vittima innocente di una guerra, alla quale viene sacrificata prima con l’inganno, e poi, a decisione presa, manipolandone tristemente la mente, affinché arrivi a considerarsi quasi privilegiata nella morte inflitta per una causa che la renderà celebre e così, con una sorta di esaltazione patriottica è lei stessa che si immola, si sottomette ai suoi aguzzini e ne ‘sposa’ le motivazioni brutali e folli. 

Un altro aspetto tipicamente psichiatrico si evidenzia nella Ifigenia in Tauride che da vittima si trasforma in carnefice nella stessa modalità violenta subita: è il ripetersi di un’esperienza traumatica non elaborata, vissuta in modo passivo e ripetuta ossessivamente, in forma attiva, reiterata su altri. Una sorta di “coazione a ripetere egosintonica” tipica di tutti gli abusanti abusati, in particolare per Ifigenia il trauma è di gravità peggiore, perché subito in un ambito intrafamiliare dai confini confusi e nell’imbroglio relazionale.

Quest’ultimo punto è rilevante in una rilettura psicoterapica familiare gestaltica proattiva e riparativa. Il dilemma di Agamennone tra oikos e polis, tra il sacrificio della figlia e la vittoria in guerra secondo la profezia dell’oracolo, poteva trovare un confronto sano nel dialogo con la moglie Clitennestra così da giungere insieme ad una risoluzione del problema salvaguardando la figlia: è la forza vitale della co-genitorialità. Invece del raggiro e dell’inganno, la condivisione co-genitoriale poteva interrompere la catena della violenza che insaguinerà poi tutta la famiglia: Clitennestra non perdonerà mai Agamennone dell’uccisione della figlia e si vendicherà uccidendolo e così attivando l’odio degli altri figli Elettra ed Oreste, finché quest’ultimo arriverà al matricidio. Odio, vendetta, morte su morte, immenso dolore: questo canta la tragedia greca. Ma quando finirà? 

Per Euripide sarà Ifigenia tra i Tauri ad interrompere questa escalation di violenza, allorché ella tramite la forza del legame fraterno salverà Oreste e se stessa. È questa, a mio avviso, la vera metamorfosi significativa di Ifigenia, non quella dell’interpretazione psicoanalitica del passaggio dall’innocenza all’età adulta, attraverso una morte simbolica, simile a un rito iniziatico; bensì il passaggio da vittima a eroina che indica nella fraternità la strada della salvezza dell’umanità tutta. Grazie Ifigenia per illuminare il tetro folle scenario bellico con la speranza nel riconoscimento affettivo salvifico della fratria.

Paola Argentino