Christa Wolf nella sua opera su Medea (1996) ‘smaschera’ la trama di questo mito, supportata dagli studi della storiografia antica che dimostrano come Euripide fu pagato da Giasone (esattamente 15 talenti d’argento) per mettere in scena la più orrenda delle accuse (oltremodo invera): plurimo figlicidio!
La tragedia di Euripide è un terribile attacco alla cultura matriarcale e sapiente a cui apparteneva Medea: è un tremendo svilimento della femminilità ridotta ad una sessualità che sfocia nell’istinto ferino della donna tradita e invasa da vendetta irrazionale. Medea maga guaritrice, esperta di cure a favore della vita, della procreazione, non avrebbe mai ucciso i suoi figli, ma anzi tentò di salvarli portandoli nel tempio della Dea Era: per la sua cultura i figli rappresentano il bene supremo.
La messa in scena per le feste dionisiache della tragedia di Medea, in realtà, fu deliberatamente organizzata da Giasone per avere un capro espiatorio di tensioni sociali contro gli stranieri dopo la guerra del Peloponneso. Medea, principessa della Colchide, terra considerata barbara, non era mai stata veramente accettata dalla sua nuova città, perché considerata una selvaggia, una profuga, un’immigrata. Inoltre, l’obiettivo di Giasone era di liberarsi del legame con Medea e così poter andare a nozze con Glauce, giovane donna greca, figlia del re di Corinto, per soddisfare la sua brama di potere e ricchezza.
Adesso è a mio avviso giunto il tempo, oltremodo urgente, in ambito psicologico e psicopatologico ed in particolare in psichiatria forense, di ‘smascherare’ la “Sindrome (o complesso) di Medea”, detta altrimenti anche “Sindrome della madre malevola”, o in modo ancora più subdolo “PAS” (Parental Alienation Syndrome), o “Sindrome di alienazione genitoriale”.
Proprio dell’inesistenza scientifica di codesta sindrome, come su indicata variamente denominata, ma il cui senso condiviso è legata ad una idea preconcetta contro le madri separate dal padre dei loro figli, è stato sentenziato dalla Magistratura internazionale in modo esplicito, addirittura considerata ‘tatertyp’.
Già nel 2012 il Ministero della Giustizia aveva riconosciuto la non attendibilità della PAS a fronte del mancato riconoscimento del disturbo in questione da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità e di tutta la comunità scientifica internazionale.
Ed in verità accade anche il contrario, ovvero che la stessa PAS sia una pseudo-patologia di natura “iurigena”, cioè causata dal coinvolgimento nel procedimento giudiziario in senso lato.
Eppure, il Ministero della Salute con la nota del 29.5.2020 ha precisato che la Sindrome da Alienazione Genitoriale o da Anaffettività Genitoriale «non risulta inserita in alcuna delle classificazioni in uso come la International classification of disease (ICD 10) o il Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM 5), in ragione della sua evidente “ascientificità” dovuta alla mancanza di dati a sostegno».
Nella mia relazione alla Summer School 2023 non mi fermerò solo allo ‘smascheramento’ della sindrome di Medea, derivante culturalmente da una interpretazione errata del mito, ma presenterò in aggiunta anche l’innovativa visione gestaltica del mito di Medea, nella circolarità tra diritto, psicologia e società, scardinando la tragica visione “adultocentrica” giuridica (questa sì, causa di traumi psichici), e proponendo una visione “bambinocentrica”.
Paola Argentino
Direttrice Istituto di Neuroscienze e Gestalt Therapy “Nino Trapani”
e Condirettore Master e Docente Università Cattolica Sacro Cuore