LA SPERANZA COME PONTE CHE CI METTE IN RELAZIONE

Feb 4, 2025 | psicologia

La speranza, come afferma Eugenio Borgna, può essere assimilata a «un ponte che ci fa uscire dalla nostra solitudine e che ci mette in una relazione senza fine con gli altri». Il concetto di speranza si pone, dunque, nella relazione, come trait d’union tra me e l’altro da me, come dialogo, come colloquio.
In definitiva, la speranza come relazione è nella sua essenza un ponte che mette in comunicazione e rende dicibile il dolore.
Per il grande psichiatra e caro amico E. Borgna la speranza riesce a dare vita anche agli spazi che ci separano, che ci allontanano gli uni dagli altri, in quanto «il ponte è una via che unisce vie che senza di esso non condurrebbero se non ad abissi, o a luoghi intransitabili»
Questi abissi, questi luoghi intransitabili, diventano pertanto percorribili ed abitabili grazie alla speranza come ponte dialogico. E, persino esplorabili nella relazione di cura, verso orizzonti di comprensione della sofferenza dell’altro.
Nel mondo medico, psichiatrico in modo particolare, il fallimento terapeutico si annida nella perdita della speranza che induce all’autoannientamento.

La relazione è il filo tenue che regge queste vite, il ponte teso tra me e te, accompagnato dalla parola e “dall’esserci-con” (mit-dasein).

Per questo si suole dire (ma non sempre è vero), che se il paziente nella relazione terapeutica parla di suicidio, pronuncia frasi di fine vita, esprime volontà testamentarie, difficilmente passerà all’atto, perché in realtà sta lanciando una richiesta di aiuto, sta gettando un ponte di fiducia, che rende percorribile le strade dell’anima affranta verso orizzonti di speranza.

PAOLA ARGENTINO (Germogli di speranza, n.2-2025)